C’è un libro di un certo pragmatismo protestante degli inizi del ‘900 che si intitola “La Scienza del Diventare Ricchi” di Wallace D. Wattles. Potreste rimanere delusi dal suo contenuto visto che di “scientifico” non ha nulla. In realtà dentro a questo libro non c’è assolutamente nulla di “metodologico” o “procedurale” così come vorrebbe la scienza.
Eppure sono rimasto colpito dalla semplicità del contenuto simbolico e razionale contenuto in questo libro incredibile di cui vi consiglio la lettura. Un libro di cui potete ascoltare anche una versione in “audiolibro” direttamente su Youtube (https://www.youtube.com/watch?v=aOJYGjSmM-s).
In questo libro ho trovato numerosi, efficacissimi spunti di riflessione in merito all’essere pragmatici ovvero orientati (cito) al fare e alla realizzazione concreta dei propri obiettivi.
Questo indica primariamente che bisogna essere consapevoli e convinti dei propri obiettivi 🔝. Spesso nella nostra vita realizziamo obiettivi inconsci o semplicemente frutto di una sovrastruttura cultura. La domanda che è necessario porsi e alla quale è necessario rispondere è “quali obiettivi voglio raggiungere”?
Avendo una visione chiara quali obiettivi si desidera raggiungere, avendone una precisa definizione, si è in grado di indirizzare il proprio agire senza deviazioni di sorta e senza tentennamenti.
Quale deve essere il pragmatismo dell’imprenditore?
La responsabilità fattuale del successo o del fallimento di una impresa è 1 sola.
Prima di tutto ho imparato che se non ho raggiunto determinati obiettivi è semplicemente solo colpa mia, colpa delle decisioni sbagliate che ho preso. Non ci sono giri di parole. Non ci sono scuse.
Questo è dimostrato dal fatto che persone con un minor numero di occasioni, minori opportunità di successo riescono, in alcuni casi, ad ottenere risultati molto superiori a quelli che raggiungiamo noi.
Un’altra cosa che ho imparato è che se continuo a fare gli stessi errori vuol dire che non ho imparato a pensare in modo semplice. La semplicità è saggezza 💡.
Un esempio semplice di logica pragmatica in ambito “imprenditoriale”
Su TikToc ci sono ragazzi che fanno milioni di visualizzazioni con video stupidi (video che in gergo tecnico per chi si occupa di marketing vengono definiti virali). Sul mio canale Youtube ho pubblicato video “utili” e “interessanti” concepiti con intelligenza che scarsamente arrivano a fare 1000 visualizzazioni.
Inizialmente ero arrabbiato con questi ragazzi che raggiungono super risultati con cose stupide. Poi ho fatto il salto pragmatico e mi sono convinto di una cosa. Sono io quello che sbaglia. Se loro riescono a fare un’enormità di visualizzazioni e io no questo significa pragmaticamente (e semplicemente) che io sto sbagliando! Punto. Non ci sono scuse, non c’è rabbia, non c’è astio… Ci si deve solo rendere conto di quello che è.
Se per noi italiani la pizza con l’ananas è una bestemmia a livello gastronomico non è detto che non si possa comunque “vendere”. Se la gente comune vuole provare la pizza con l’ananas (per divertimento, per noia, per goliardata) perché non venderla? Spesso ci confiniamo nella gabbia di “come dovrebbero essere le cose” e questo è il limite maggiore per la gran parte di chi vuole fare l’imprenditore. Fissarci sulle idee astratte invece di tentare di capire cosa funziona e cosa no!
Ed è esattamente quello che tenta di spiegare il libro di Wallace (anche se apparentemente si copre di un alone di misticismo).
Un altro esempio di “pragmatismo” imprenditoriale.
Servire il cliente non è un “modo di dire” è un atteggiamento concreto
Ogni volta che mi sono occupato di un cliente non ho mai ragionato stando dalla sua parte ma solo tentando di convincerlo della bravura del mio operato. Invece la prima domanda da porsi non è se sono in grado di fare qualcosa per il mio cliente ma molto più semplicemente cosa posso fare per te? Qual è il tuo problema?
Una persona chiede su Facebook se nel gruppo qualcuno conoscesse un buon idraulico. Alcuni idraulici cominciano a rispondere dicendo cose le più disparate:
- Ho prezzi modici…
- Faccio il lavoro ad arte…
- Ho i materiali di qualità…
Nessuno però si dispone realmente a servire il cliente! La risposta di interazione giusta non deve preoccuparsi di rispondere a dicendo “quanto siamo bravi, belli e economici”.
Il modo corretto di rispondere ad una richiesta è dire:
- Si dai… ci sono posso aiutarti. Qual è il tuo problema? Cosa si è rotto? Hai bisogno di un sopralluogo per farti aiutare?
Questo modo di rispondere indica la propensione al servizio del cliente che ha un problema e noi siamo lì per risolverlo. Il cliente si aspetta di trovare una porta aperta, una soluzione, un appiglio al suo momento di difficoltà. Che tu sia bravo, abbia i prezzi modici ed i materiali di qualità è un prerequisito scontato. Ma sei veramente pronto a risolvermi il problema.
In un dialogo me lo devi dimostrare subito perché se lo sto chiedendo su Facebook è evidente che ho fretta e non so a chi rivolgermi.
Questa per l’imprenditore è un’opportunità.
Mettere in pratica un po’ di pragmatismo imprenditoriale
Come fare per presentarsi e parlare di se in modo “virale”?
Prima di tutto bisogna ragionare bene sulle aspettative del proprio cliente, anche le più inconsce. Questo per rispondere più direttamente alle sue necessità.
Non puoi fare un vide o scrivere un testo se non ragioni sulle aspettative del tuo cliente. Ma soprattutto è importante eliminare dalla propria presentazione tutte quelle affermazioni che parlano di noi sostituendole con argomenti che riguardano i nostri clienti.
Essere naturali. Ceto! Perché le persone sono diventate estremamente refrattarie al linguaggio troppo patinato del marketing e lo dimostra il fatto che possano esistere “influencer” che dalla loro cameretta di uno sperduto quartiere di periferia riescono in modo del tutto naturale a diventare famosi grazie ad una platea di seguaci (follower) fidelizzati.
Come comunicare e/o pubblicizzare i propri contenuti?
Mi occupo di sviluppo di siti web e mi sono guadagnato da vivere con questa meravigliosa professione ma senza mai diventare ricchissimo. È evidente che fino ad ora ho sbagliato atteggiamento. Non più tardi di qualche giorno fa ho fatto una promozione per uno dei miei siti web preoccupandomi più di quello che potevo e sapevo fare piuttosto che preoccuparmi dei miei clienti. Ecco cosa è successo:
Il post pubblicitario su Facebook è stato il seguente:
Costa? Si costa tempo, impegno, informazione, lettura, correzione di bozze, revisione. Ci si mette creatività e cultura. Quando le cose sono fatte bene allora la 𝗦𝗰𝗿𝗶𝘁𝘁𝘂𝗿𝗮 𝗔𝗿𝘁𝗶𝗰𝗼𝗹𝗶 #SEO (articoli che rimangono per sempre nel tuo 𝗦𝗶𝘁𝗼 𝗪𝗲𝗯…) è un investimento che ti porterai con te PER SEMPRE . Come se si trattasse di un investimento immobiliare.
Ecco questo è come NON dovrebbe essere scritto un post su Facebook! Perché? Cosa c’è di sbagliato? Tutto! Non prende minimamente in considerazione alcuna esigenza dei potenziali clienti. Non cita i loro bisogni. Vagamente spiega la soluzione. Dal punto di vista comunicativo è un flop totale.
Forse il post andava scritto in un modo completamente diverso. Proviamo un esempio.
𝗜𝗹 𝘁𝘂𝗼 𝘀𝗶𝘁𝗼 𝗡𝗢𝗡 𝗴𝗲𝗻𝗲𝗿𝗮 𝗰𝗹𝗶𝗲𝗻𝘁𝗶? Hai poche visite e nessuno ti chiama? Francamente non mi stupisce... Lo sai che puoi avere 𝐮𝐧 𝐟𝐥𝐮𝐬𝐬𝐨 𝐜𝐨𝐬𝐭𝐚𝐧𝐭𝐞 di accessi al tuo sito web scrivendo periodicamente articoli di valore in modalità #SEO? Un sito web povero di contenuti ha bisogno di enormi capitali in pubblicità per poter attrarre nuova clientela, soldi che spenderai 1 volta sola e non torneranno mai più indietro. Scrivere un articolo SEO per il tuo Sito Web invece 𝐞̀ 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐮𝐧 𝐢𝐧𝐯𝐞𝐬𝐭𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐢𝐦𝐦𝐨𝐛𝐢𝐥𝐢𝐚𝐫𝐞. DURA PER SEMPRE e porta un flusso costante di clienti.
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Già così il post risulta un po’ più “coinvolgente” perché si porta al livello del cliente, dei suoi problemi, degli investimenti sbagliati che ha fatto e di quelli giusti (migliori) che potrebbe fare.
Pensare in questo modo non è semplicissimo. Per scrivere (e pensare) in questo modo o ci arrivi dopo aver perseverando nell’errore oppure (è il mio caso), se hai la testa giusta, ci arrivi studiando ed imparando ad ascoltare cosa hanno da dire i “marketer” di successo.
Scrivere articoli, scriver e post, registrare video: stessa logica
Quando scriviamo dei testi per i nostri clienti, quando registriamo un video facciamo costantemente questo sciocco errore di comunicazione. Questo accade perché siamo generalmente “ego riferiti”. È del tutto naturale, certo, non è strano, però è un problema che come conseguenza non ci permette di ampliare la platea dei nostri clienti.
Educarsi ad ascoltare, per conoscere i problemi dei propri clienti. Educarsi a parlare di loro e dei loro problemi (proponendo anche la soluzione) è il primo passo per iniziare a dialogare con loro.
Come risolvere tutto questo? Affidarsi ad un “marketer” esperto e davvero competente oppure, se il marketing e la comunicazione sono tutte sulle tue spalle allora … devi studiare, leggere, imparare e confrontarti con chi è maggiormente espero o chi ha la tua stessa responsabilità.
In entrambe i casi, inutile nasconderselo, questo ha un costo ma può anche avere un grande ritorno economico.
Quello che sto facendo è proprio questo: rivoluzionare le tecniche di comunicazione e di marketing per fare in modo che quello che viene detto possa generare nuovi clienti per la tua attività.
Scrivimi solo se hai deciso di convertire i tuoi contatti in clienti paganti...